Aperto 8:30 -13:00 / 14:30 - 20:00
3478199841

Cos’è la tecarterapia

La tecarterapia è una trattamento elettromedicale, efficace contro dolori ed infiammazioni. La Tecar attiva i meccanismi riparativi e antinfiammatori attraverso la generazione di calore all’interno dei tessuti biologici.
Questa terapia accelera il recupero da traumi e delle infiammazioni dell’apparato muscolo-scheletrico.
E’ una terapia estremamente efficace che, stimolando la produzione di calore dall’interno del corpo, genera una vasodilatazione nella zona trattata; ne consegue un aumento dell’afflusso sanguigno, del consumo di ossigeno ed una accelerazione dei processi metabolici e riparativi.

A chi è rivolta

La Tecarterapia è un trattamento efficace contro i dolori, i traumi e le patologie infiammatorie delle articolazioni, dei muscoli e della colonna vertebrale.
E’ stata inizialmente utilizzata in ambito sportivo, grazie alla sua efficacia nell’accelerare i tempi di recupero riabilitativi.

La Tecar viene oggi applicata in numerosi casi quali:

  • Lesioni muscolari
  • Lesioni ai tendini
  • Lesioni ai legamenti
  • Stiramenti e strappi muscolari
  • Distorsioni
  • Edemi
  • Tendiniti
  • Borsiti
  • Traumi
  • Cervicalgie
  • Lombalgie e lombo-sciatalgie
  • Lesioni del menisco
  • Algie
  • Fascite plantare
  • Sindrome pubalgica
  • Riabilitazione post Operatoria

Benefici della tecarterapia

La tecarterapia genera un aumento di calore nei tessuti trattati, con conseguente vasodilatazione e incremento della rapidità dei processi riparativi.
La tecar agisce sul metabolismo tissutale, riattivando i normali processi fisiologici e accelerando la normale riparazione dei tessuti biologici. Per questo motivo è utilizzabile anche in fase acuta a differenza di altri elettromedicali.
L’efficacia della tecarterapia è dovuta al riscaldamento dei tessuti viventi prodotto dalla conversione di correnti ad alta frequenza in calore.

Il riscaldamento elettromagnetico della tecarterapia presenta alcuni vantaggi rispetto ad altre forme di riscaldamento: ad esempio permette di ottenere una distribuzione della temperatura più uniforme che può arrivare ad una profondità di diversi centimetri, profondità non raggiungibili con mezzi esterni.

Già dopo le prime applicazioni è possibile ottenere un notevole sollievo dal dolore e un miglioramento della mobilità.

Per info e prenotazioni

Studio Professionale

MEDICAL FISOKINE

Via Ceraselle 81059 Caianello (CE)

Scopriamo tutti quelli che sono gli effetti benefici che possiamo riscontrare nel trattamento con le onde d’urto.

Onde d’urto: la terapia, scopriamo come funziona

Oggi grazie alla presenza di moltissime tecniche non invasive si possono risolvere molti problemi di natura fisica ed estetica, che possono sembrare di lieve entità, ma a lungo andare diventano molto fastidiosi. Una delle tecniche più conosciute è quella delle onde d’urto terapia, consigliata per chi si trova a dover fronteggiare problemi di natura ortopedica come: tendinite, le varie artrosi e problemi ai tessuti ossei. I primi utilizzi delle onde d’urto in campo ortopedico risalgono agli anni 80’, mentre negli anni 90’ iniziano ad essere usate anche per risolvere problemi estetici, soprattutto quelli legati alla cellulite.

La terapia con onde d’urto viene fatta con un dispositivo che presenta due componenti; un compressore elettronico ed un supporto, la pistola adibita al rilascio delle onde, che possono essere suddivise in due categorie: radiali e focalizzate. La principale caratteristica delle onde radiali è che queste non vengono direzionate su un solo punto e sono usare a scopo prettamente antinfiammatorio, mentre in quelle focalizzate la forza delle onde si concentra su una precisa zona del corpo, quella che deve essere curata. Nel trattamento la profondità delle onde d’urto viene tarata a seconda della patologia da curare, queste possono andare da 0 a 60 millimetri, mentre la durata della seduta dipende dal numero di onde necessarie a risolvere il problema.

L’uso delle onde d’urto per l’estetica

Le onde d’urto sono un trattamento molto utile anche per risolvere problemi alla pelle ed alcuni dei suoi inestetismi. Il principale uso che viene fatto dell’onda d’urto estetica riguarda la cellulite, un accumulo di tessuto adiposo che può riguardare alcune parti del corpo come: cosce, glutei, addome, braccia.

La terapia prevede il rilascio di alcune onde d’urto meccanico acustiche sulla parte del corpo dove è presente la cellulite; la cavitazione delle onde porta ad una rottura delle parti di tessuto adiposo in eccesso ed alla conseguente riattivazione della circolazione e dei tessuti con un effetto rassodante sulla pelle. Il trattamento con le onde d’urto per l’estetica è altamente consigliato, risulta essere non invasivo e non ha particolari controindicazioni, l’unica cosa che si nota sono dei piccoli ematomi sulla zona dove è stato effettuato il trattamento.

onde urto post

Onde d’urto in fisioterapia: quali vantaggi

Tra i vari metodi d’utilizzo che conosciamo merita una menzione il trattamento delle onde d’urto in fisioterapia, che hanno come scopo quello di risolvere alcuni problemi di salute cronici. Questo metodo aiuta a risolvere soprattutto tutti i problemi dove è presente una tendopatia o problemi muscolari come contratture e pubalgie.

Le onde d’urto agiscono in due modi anche nella fisioterapia; si occupano di andare a provocare una diminuzione dell’infiammazione grazie all’aumento della vascolarizzazione e all’aumento di nuovi vasi sanguigni. La fisioterapia con le onde d’urto è consigliata anche nel caso di fratture al tessuto osseo, in questo caso le onde d’urto aumentando la vascolarizzazione permettono una più veloce riformazione del tessuto osseo. Per iniziare ad ottenere dei risultati soddisfacenti con la terapia è importante che il paziente faccia almeno 4-5 sedute, necessarie affinchè s’inizi a sentire una diminuzione del dolore e si ristabiliscano i parametri precedenti all’infortunio.

Onde d’urto al piede: un trattamento per camminare meglio

Uno dei trattamenti più utilizzati è sicuramente quello delle onde d’urto al piede, un aiuto decisivo per problemi cronici ai piedi, che in un lungo periodo possono portare anche ad avere diverse difficoltà nel camminare e nell’appoggiare il piede a terra. Questo problema viene definito come fascite plantare, che si localizza nella zona della pianta del piede e provoca un forte dolore su tutta l’arcata plantare fino ad arrivare alla zona del calcagno.

Per risolvere questo fastidioso problema non c’è nulla di meglio che una terapia a base d’onde d’urto che permette di risolvere il problema nell’80% dei casi. Le onde d’urto permettono di creare una cavitazione che stimola il tessuto che aumenta la sua vascolarizzazione e porta una rigenerazione delle cellule e permette dopo diverse sedute di tornare ad appoggiare il piede senza sentire un eccessivo dolore.

Per info e prenotazioni

www.medicalfisiokine.com

Il drenaggio linfatico manuale è una delle tecniche di massaggio più raffinata e delicata.

E necessario ricevere un massaggio di linfodrenaggio quando si ha la sensazione di avere le gambe e braccia pesanti, gonfie e dure, perché questi sintomi sono l’evidenza che l’apparato circolatorio sanguigno e linfatico non stanno funzionando in modo equilibrato.

Il sollievo è immediato, da subito infatti dopo il primo massaggio si ha la percezione di leggerezza di gambe e braccia, spesso è possibile vedere la modifica anche ad occhio nudo.

Benefici del Linfodrenaggio

  • Accelera il Metabolismo
  • Cura edemi conseguenti a Traumi o ad Interventi Chirurgici
  • Edemi degli Arti Inferiori
  • Elimina le Tossine
  • Accelera il Sistema Immunitario
  • Riduce la Cellulite
  • Aiuta nei dolori dell’anca (Coxartrosi)
  • Ulcere e Malattie Dermatologiche (come l’Acne)
  • Drena i fluidi ed aiuta ad eliminare la Ritenzione Idrica.
linfodrenaggio Manuale Caianello, Vairano Scalo

Cos’è il Linfodrenaggio ?

Ideato Il Drenaggio Linfatico Manuale o DLM, è una tecnica terapeutica che ha lo scopo di migliorare e favorire il drenaggio della linfa dalla periferia dell’organismo verso il cuore, assolvendo così un compito fondamentale, ovvero il rinnovamento del liquido intercellulare (interstiziale). L’apporto continuo di nuova linfa è, infatti, indispensabile per il rinnovamento ed il nutrimento delle cellule, portando ad una rapida riparazione dei tessuti lesionati o dei processi irritativi, e di conseguenza anche al miglioramento dell’aspetto estetico. Riassumendo, con il Linfodrenaggio si ottiene la liberazione dei tessuti dal liquido accumulato in eccesso, l’aumento dell’ossigenazione delle cellule ed un miglioramento del microcircolo. Questo produce la rigenerazione e il rinnovamento completo dei tessuti, una riduzione di gonfiori o edemi e del dolore ad essi connesso. E’ importante aggiungere che il massaggio linfodrenante rafforza le difese immunitarie, favorendo la produzione di linfociti ed il loro passaggio nella linfa e nel sangue, dove esercitano la loro azione contro le infezioni.

linfodrenaggio a Caianello

Cos’è il Sistema Linfatico?

Il Sistema Linfatico è paragonabile al sistema circolatorio, ed è, anch’esso un sistema di vasi, al cui interno scorre la linfa: liquido incolore contenente i globuli bianchi (linfociti) e principi nutritivi, che viene prodotto dagli organi appartenenti al sistema immunitario, i linfonodi. Nella linfa sono dunque presenti i globuli bianchi che, ad esempio, in caso di una ferita o processi irritativi, ne permettono la guarigione. La linfa, a differenza del sangue non è spinta attraverso il nostro organismo dall’attività del cuore, ma viene messa in movimento dalla contrazione dei muscoli. Contraendosi e rilassandosi, i muscoli svolgono la funzione di una vera e propria pompa. Quando si sta fermi per lunghi periodi, la linfa tende a ristagnare, accumulandosi nei tessuti.

Come si svolge una Seduta?

La Professionista eseguirà un massaggio composto da movimenti lenti e ritmici, attraverso cui sospinge la linfa e ne stimola la circolazione, accelerandone il flusso attraverso il corpo. L’aumento del flusso linfatico porta via dalla zona trattata i liquidi e le tossine accumulate nei tessuti, e l’arrivo di nuova linfa porta con sé nei tessuti raggiunti principi nutrivi con azione ricostruttiva e rigenerante. Questa tecnica manuale, anche estremamente rilassante, va ad intervenire sui linfonodi; massaggiando i linfonodi si favorisce la fuoriuscita dei linfociti (globuli bianchi), che passano nella linfa e poi nel sangue, aumentando la resistenza contro le infezioni. La migliore ossigenazione delle cellule e l’accelerazione della filtrazione a livello capillare e sanguigno, porta al miglioramento del microcircolo. Il miglioramento del microcircolo viene sfruttato nel trattamento della cellulite e nel trattamento di edemi e ferite.

La lombalgia non è una malattia ma una manifestazione sintomatica di diverse patologie, aventi in comune la localizzazione del dolore in regione lombare. È un disturbo estremamente frequente in età adulta, con massima incidenza in soggetti di 40-50 anni di entrambi i sessi. Circa l’80% della popolazione ne è colpito almeno una volta durante la vita.

Può presentarsi in forma acuta, subacuta e cronica, con diversi gradi di disabilità.

È tra le più frequenti cause di assenza dal lavoro ed ha perciò un’elevata incidenza socio-economica.

Le tipologie di lombalgia

La lombalgia è distinta in due grandi gruppi, a seconda che derivi o meno dai segmenti ossei sovrapposti (le vertebre) che costituiscono i mattoncini della nostra colonna vertebrale:

  • di origine vertebrale
  • di origine extravertebrale

Appartengono al primo gruppo le forme derivanti da patologie congenite, tra cui:

  • sacralizzazione dell’ultima vertebra lombare, la quinta, che in questo caso risulta fusa con la prima vertebra sacrale
  • spondilolisi, ovvero la mancata fusione di parte dell’arco posteriore di una vertebra
  • sinostosi, deformità congenita dovuta alla fusione di due o più vertebre;

e le forme, molto più frequenti, da patologie acquisite:

  • processi degenerativi, tra cui discopatie, stenosi del canale vertebrale, spondilolisi degenerativa e spondilolistesi
  • malattie reumatiche
  • infezioni
  • neoplasie
  • traumi
  • turbe metaboliche e del turnover osseo (osteoporosi)

L’inattività

Che sia sul divano o alla scrivania, trascorriamo seduti in media circa 9,3 ore al giorno (senza contare il tempo passato a dormire). In pratica, rimaniamo inattivi per 36 anni della nostra vita, una condizione che non si addice al nostro corpo di cacciatori-raccoglitori, e che con molta probabilità è correlato all’aumento dei processi degenerativi del nostro rachide.

Clinicamente si osserva come l’inattività causata dal nostro stile di vita modifichi anche in maniera importante la nostra postura, andando ad alterare degli equilibri di forze che alla lunga portano a un carico articolare alterato e quindi ad usura.

Per postura possiamo intendere la posizione del corpo nello spazio e la relazione spaziale tra i segmenti scheletrici, il cui fine è il mantenimento dell’equilibrio, sia in condizioni statiche che in condizioni dinamiche; concorrono alla sua alterazione vari fattori, tra i quali anche vi è lo stress.

Come si può modificare la postura?

Ci sono svariate metodiche che si occupano di riabilitazione posturale, tra queste la metodica sviluppata dalle osservazioni di Francoise Mézières.

In cosa consiste?

La metodica Mézières individua nel conflitto meccanico articolare la causa dell’insorgenza del sintomo. Il conflitto meccanico è a sua volta causato dal progressivo accorciamento asimmetrico dei muscoli agenti sull’articolazione secondo linee di forza vettoriali dominanti.

L’accorciamento del muscolo riguarda inizialmente la porzione contrattile con aumento del tono basale (aumento del tono per esempio correlato ad attività stressanti). Quando il tempo di contrazione basale aumentato permane per molto tempo, l’accorciamento interesserà anche la componente connettivale della fibra, dando luogo ad accorciamenti mio-fasciali residui.

L’interessamento di entrambe le componenti produce l’aumento della forza resistente del muscolo e quindi l’effetto netto risulta essere un disequilibrio posturale che produce un alterato carico articolare e quindi una precoce usura di dischi intervertebrali e articolazioni zigapofisarie.

L’obiettivo finale della metodica?

L’obiettivo della metodica Mézières presso lo Studio Medical Fisiokine diretto e gestito dalla Dott.ssa Lidia Esther Guzman è quello di agire sul sintomo attraverso il ripristino della corretta lunghezza muscolare, utilizzando tecniche volte sia ad abbassare il tono basale dei muscoli sia ad allungare la componente connettivale che circonda il muscolo (la fascia).

L’azione terapeutica è sia analitica su singoli muscoli che sistemica, andando ad agire sulle catene cinetiche muscolari attraverso specifiche posture terapeutiche, selezionate in base alla struttura target, con l’ausilio della respirazione per allungare in maniera attiva determinati muscoli e regolare il tono basale degli stessi.

In sintesi, il metodo Mézieres è una tecnica di riabilitazione attiva costituita da trattamenti individuali differenziati in funzione delle specifiche esigenze terapeutiche e dalle caratteristiche soggettive del paziente che, uniti a trattamenti manuali, ha l’obiettivo di ripristinare la corretta lunghezza delle catene cinetiche muscolo-fasciali retratte, determinando una modificazione morfologica del corpo che, nel corso delle sedute fisioterapiche, dovrà avvicinarsi sempre di più al nostro modello ideale!

Qual è il campo di applicazione della Metodica Mezieres?

Il campo di azione della metodica è quello delle patologie ortopediche del rachide, tra le quali la scoliosi, la compressione dei dischi intervertebrali che provoca discopatie fino all’erniazione del nucleo polposo con relative radicolopatie, iperlordosi e ipercifosi, spondiloartrosi e mialgie, e in generale tutte le rachialgie.

Sei interessato? 👇

Il Piede è l’arto inferiore

Quando si tratta di problematiche relative all’arto inferiore, siano esse relative al ginocchio, all’anca, alla caviglia o al piede, è importantissimo contestualizzarle nell’insieme dell’arto inferiore.   Raramente queste componenti si trovano a lavorare separatamente nella vita reale, la maggior parte delle volte infatti l’arto inferiore agisce come un unico sistema, dove le varie parti sono integrate e si influenzano a vicenda; anche a livello muscolare spessissimo parliamo di catene muscolari, cioè un insieme di muscoli, spesso collegati da tessuto connettivo, che lavorano in sinergia fra di loro generando il movimento del corpo e allo stesso tempo mantenendolo in equilibrio.

“L’INSIEME E’ MAGGIORE DELLA SOMMA DELLE PARTI!!!”

Ecco che allora un cattivo allineamento dell’arto o un mal-funzionamento di qualche suo segmento, possono alterarne la funzionalità dando problemi a una o più delle articolazioni in evidenza, o a qualcuno dei muscoli che la muovono.

Esempi di allineamento frontale:

Quando si tratta di problematiche relative all’arto inferiore, siano esse relative al ginocchio, all’anca, alla caviglia o al piede, è importantissimo contestualizzarle nell’insieme dell’arto inferiore. 

Naturalmente le diverse tipologie descritte, in tutti i vari gradi di deviazione, possono dipendere da molti fattori tra cui: genetica, abitudini di vita, forza ed elasticità muscolare, esiti di vecchi traumi mai risolti, ecc…

Un discorso a parte merita di essere fatto a proposito del Piede, in quanto sia la postura sia moltissimi disturbi  che si manifestano più in alto, fino ad arrivare alla colonna vertebrale, partono proprio da quello che è l’appoggio del piede.

PER INFO:

Studio Professionale Multidisciplinare

Medical Fisiokine

Posturologia Osteopatia FisioKinesiologia RPG metodo Mézières

Specialista Lidia Esther Guzman

Con il termine postura possiamo intendere, in maniera semplice e non esaustiva, l’atteggiamento del corpo e dei suoi segmenti nello spazio. Da questa definizione si può entrare in un discorso molto ampio, riferendoci anche all’aspetto sociale di questo elemento fondamentale per gli esseri umani. Oggi, mediamente, la postura è diversa da quella di 10, 20 o 30 anni fa. Perché? Semplice: tutti, adolescenti e giovani soprattutto, usano continuamente lo smartphone, mentre stanno seduti, in piedi o durante la deambulazione. Tralasciando gli aspetti correlati a queste iniziali considerazioni dal punto di vista psicologico, visivo, attentivo, di stress e altro, soffermiamoci su cosa succede alla postura, avendo tante ore al giorno gli occhi rivolti allo schermo del dispositivo. Il risultato è semplice da comprendere e, al contempo, inquietante.

Carichi e rischi strutturali

Anteposizione del capo, chiusura delle spalle, ripercussioni anche monolaterali sulla colonna vertebrale, dal lato dell’arto superiore dominante e, a catena, bacinoarto inferiorepiedi. Con la postura non si scherza e un semplice cambiamento di un segmento provoca adattamenti significativi anche altrove.

Recenti studi, pubblicati anche su quotidiani e riviste, hanno evidenziato come il carico sulle cervicali, ma come detto anche più in basso, aumenti vertiginosamente all’aumentare dell’inclinazione del capo avanti sollecitata dall’uso dei nostri amati telefonini. Questa situazione ha permesso la nascita, non tanto lieta, della sindrome da text neck. Questa ha conseguenze devastanti anche per conseguenti problemi fastidiosi come cefalee ed emicranie.

Problematiche alle catene muscolari e miofasciali

Danni da smartphone

Catene muscolari, analizzate nel metodo Mézières, come la catena antero-interna della spallaanteriore delle bracciainspiratoria sono le prime sollecitate in questo circolo virtuoso.

Dal punto di vista miofasciale (Myers) la catena superficiale posteriore, ma anche la superficiale frontale sono fortemente chiamate in causa, in negativo.

Problematiche posturali

Il fatto di avere un elemento esterno che enfatizzi questi atteggiamenti è un bell’invito per le catene che tendono già naturalmente a retrarsi, per favorire atteggiamenti posturali e, poi, patologie nel medio-lungo termine.

Per compensare il caos posturale innescatosi le reazioni più probabile e diffuse sono anteroversione del bacinorettificazione delle lordosi cervicali e lombareatteggiamento cifotico e cifosi dorsale. Un bel risultato che nel tempo può compromettere seriamente lo stato di benessere della persona.

Esercizi

Alcuni esercizi estremante la validi sono quelli in estensione dietroflessione laterale della testa, sia in forma statica che dinamica, con esecuzione lenta e controllata. Ancora molto pertinenti le posizioni con asciugamano arrotolato dietro le curve della colonna, per riprodurne il naturale andamento, da tenere per qualche minuto in situazione di rilassamento e accompagnati da respirazioni profonde, magari diaframmatiche. Un ottimo riscontro possono avere anche gli allungamento dal pettorale.

Dolore alla zona Lombare

Lombalgia cronica

La lombalgia cronica (CLBP) è una sindrome da dolore cronico nella regione lombare che dura almeno 3 mesi. 

Il CLBP rappresenta la seconda causa principale di disabilità in tutto il mondo ed è un importante problema economico e di benessere. 

La prevalenza della CLBP negli adulti è aumentata più del 100% nell’ultimo decennio e continua ad aumentare drammaticamente nella popolazione anziana, colpendo sia uomini che donne in tutti i gruppi etnici, con un impatto significativo sulla capacità funzionale e sulle attività lavorative. Può anche essere influenzato da fattori psicologici, come stress, depressione e/o ansia.

Metodi

Sono diversi gli approcci terapeutici che si possono intraprendere per la lombalgia cronica.
la Dott.ssa Lidia Esther Guzman dello Studio Professionale di Riabilitazione Medical Fisiokine, spiega quale potrebbe essere il più indicato. 

La revisione ha lo scopo di evidenziare le prove a sostegno delle diverse tecniche riabilitative descritte per la sua gestione. 

In totale, 26 studi sono stati trovati adatti ad essere inclusi nel lavoro: 14 sul Pilates, 6 su McKenzie (MK), 1 articolo su Feldenkrais, 3 sulla rieducazione posturale globale (RPG) e 2 sulla facilitazione neuromuscolare propriocettiva

L’effetto della terapia con esercizi è stato esaminato per ogni singolo studio attraverso i cambiamenti nei principali risultati clinici (dolore, disabilità) qualità della vita (QoL), aspetti psicologici e gli aspetti della funzione motoria (forza muscolare, mobilità, attività muscolare e flessibilità). 

Lombalgia

Risultati studi

Tutte le tecniche sono efficaci per i gruppi di studio rispetto ai gruppi di controllo nel ridurre il dolore e la disabilità e migliorare la QoL e mantenere i benefici al follow-up.

I metodi Pilates, Back School, MK e Feldenkrais riducono il dolore e sono più efficaci di un approccio farmacologico o strumentale nel ridurre la disabilità e migliorare anche tutti gli aspetti psicologici.

La RPG mostra risultati duraturi per la funzione motoria. 

Ad oggi, è difficile affermare la superiorità di un approccio rispetto ad un altro. 

Considerazioni finali

Abbiamo voluto analizzare questa interessante studio per comprendere al meglio se un approccio può essere ritenuto più vantaggioso rispetto all’altro per il trattamento di lombalgia cronica.

Non esistono ad oggi dati che possano dare certezze in questo senso. 

A nostro modo di vedere ogni metodo può avere la sua efficienza solo se applicato alla persona giusta, al momento giusto: per questo motivo un’attenta anamnesi valutazione posturale da parte dell’operatore è determinante per la scelta più appropriata che potrebbe anche prevedere l’integrazione di più metodi.

per info e approfondimenti: Dott.ssa LIDIA Esther Guzman

scopri di più https://www.medicalfisiokine.com/wp-admin/post-new.php