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Il dolore alla spalla è un tipo di dolore molto diffuso nella popolazione tanto da essere secondo solo al mal di schiena. Spesso si manifesta di notte oppure compiendo un normalissimomovimento come ad esempio infilarsi un maglione o prendere un oggetto da unripiano alto.

Bisognasapere che l’articolazione della spalla è fra le più mobili del corpoumano ed è in grado di compiere migliaia di movimenti con angoli diversi.Quando iniziamo ad avvertire dolore nel fare alcuni movimenti la prima rispostadi difesa del nostro corpo sarà quella di evitare i movimenti dolorosi e se la situazione perdura nel tempo perdiamo mobilità fino ad arrivare ad una situazione di rigidità dell’articolazione.

Ma quali sono le più comuni cause di una spalla dolorosa?

La causa più frequente senza ombra di dubbio è la sindrome da Conflitto Subacromiale.

Per capire di cosa si tratta vi diamo qualche nozione di anatomia.

La parte finale della scapola, detta Acromion, si articola con la clavicola e con essa forma l’articolazione Acromion-Claveare. Sotto la scapola si trova la parte terminale del complesso Muscolo-Tendineo che forma la Cuffia dei Rotatori che collega la scapola con l’Omero e permette l’esecuzione di tutti i movimenti della spalla.

Per compiere questi movimenti il fascicolo muscolo tendineo della cuffia dei rotatori deve scivolare fra l’Acromion e l’Omero e per fare questo ha bisogno di un certo spazio.

A volte capita che per morfologia genetica l’Acromion sia più spesso del normale e lo spazio sottostante sia ridotto, questo causa lo sfregamento dei tendini della cuffia dei rotatori sull’osso e questo meccanismo prende il nome di Conflitto Subacromiale.

La prima conseguenza di questo sfregamento ripetuto è lo stato infiammatorio che nei casi più gravi può portare alla rottura dei tendini.

Il tendine che più spesso va incontro a lesioni o rotture è il tendine del Muscolo Sovraspinato (sovraspinato).

Come detto all’inizio il dolore alla spalla si manifesta facendo alcuni movimenti (soprattutto abduzione ed extrarotazione) e soprattutto di notte.

Il fatto che si manifesta soprattutto di notte è spiegabile per due ragioni:

-la prima è che in stazione eretta per effetto del peso del braccio lo spazio sottoacromiale è maggiore rispetto alla posizione da sdraiato.

-Il secondo è che di notte, per una serie di fattori metabolico-funzionali, la soglia del dolore si abbassa e di conseguenza avvertiamo maggior dolore.

Le prime conseguenze di una spalla dolorosa sono:

perdita di movimento

perdita di forza

Quali sono i rimedi a una spalla dolorosa?

La prima cosa da fare è un consulto con un medico specialista Ortopedico o Fisiatra che attraverso la visita specialistica e dei test clinici, sono in grado di verificare se ci fossero dei deficit di movimento, di forza e nel caso consigliare degli esami strumentali come RX, Ecografia o Risonanza Magnetica per capire con precisione qual è la causa del dolore.

Una volta raggiunta la diagnosi il medico, a secondo della gravità, può prescrivere:

Una terapia farmacologica volta a far diminuire l’infiammazione;

La Fisioterapia per migliorare il movimento della spalla, recuperare laforza e la propriocezione dell’articolazione;

Terapie fisiche quali adesempio Laser Yag, TecarOnde D’urto, Ultrasuoni a massaggio, Crioterapia a secondo dell’obiettivo del trattamento;

E in ultima istanza se necessario valutare e proporre l’intervento chirurgico.

Prevenzione.

Un aspetto da considerare e non sottovalutare assolutamente è la prevenzione.

Tralasciando gli aspetti anatomici che non si possono cambiare è possibile agire a livello preventivo recuperando la propriocettività della spalla (il controllo del suo movimento nello spazio), migliorando la mobilità dell’articolazione con l’ausilio di esercizi sia attivi che passivi e rinformando i muscoli e i tendini della cuffia dei rotatori con esercizi che prevedono l’utilizzo degli elastici o eseguiti in modalità eccentrica.

Per qualunque informazione contatta pure lo Studio

MEDICAL FISIOKINE’

Dott.ssa Lidia Esther Guzman

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Noduli induriti nel collo e nessun massaggiatore in giro? Ti diamo gli strumenti necessari per alleviare il dolore, almeno a breve termine: una fascia duo ball e alcuni semplici esercizi.

Cosa sono le fasce?

Il tessuto connettivo a forma di ventaglio, contenente collagene, avvolge i muscoli e collega i gruppi muscolari e gli organi.

I rulli della fascia non sono necessariamente i tuttofare per cui sono pubblicizzati. Ma con pochi accorgimenti sono ottimi strumenti contro i muscoli tesi.

La palla duo è particolarmente adatta per le ciocche muscolari che corrono parallele, poiché le troviamo sulla schiena e sul collo. Risparmia i processi spinosi delle vertebre e dà pressione alle aree che ne hanno bisogno: i muscoli, fascia compresa, la loro guaina.

  • Inizia con una leggera pressione sui muscoli e solo gradualmente applica più pressione alle aree tese.
  • Rotolare molto lentamente sui muscoli e fermarsi brevemente nelle zone particolarmente tese.
  • Continua a respirare in modo uniforme
  • La pressione non dovrebbe essere troppo forte. Forte dolore, sudorazione e respirazione improvvisa sono segni di un uso eccessivo.
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Come funziona l’allenamento della fascia

Nonostante molti studi, non è chiaro cosa accade esattamente nel corpo con il rotolamento della fascia. Non è chiaro se l’effetto sia psicologico o basato su un processo fisiologico. Ma gli scienziati concordano su un punto: in molti atleti sembra avere un effetto sulla rigenerazione e sul benessere:

  • L’allenamento della fascia prima dell’allenamento ha lo scopo di migliorare la flessibilità a breve termine. Secondo una sintesi di diversi studi, tuttavia, il rotolamento della fascia prima dell’allenamento migliora solo minimamente le prestazioni di sprint e non ha alcun effetto sui valori di salto e forza.
  • Il rotolamento della fascia dopo l’allenamento riduce il dolore e la tensione nei muscoli. Allenta e fa circolare il sangue ai muscoli, almeno a breve termine.

5 semplici esercizi con la fascia duo ball

Esercizio 1: schiena

Esercizio 1: schiena

La palla duo è particolarmente adatta alle tensioni della colonna vertebrale: posizionala in posizione verticale contro il muro. Posiziona la scanalatura tra le due palline direttamente sulla colonna vertebrale. Entra in uno squat e fai rotolare la palla su e giù. Fermati in una posizione particolarmente tesa e fai pressione. Più ti appoggi al muro, più forte sarà la pressione.

Se ti piace più intenso, puoi fare il tutto sul pavimento.

Esercizio 2: collo

Esercizio 2: collo

Posiziona la scanalatura tra le due palline direttamente sul collo. Applica una leggera pressione e gira lentamente la testa a sinistra ea destra. 

Se ti piace più intenso, puoi fare il tutto sul pavimento.

Esercizio 3: avambraccio

Esercizio 3: avambraccio

Per gli impiegati così come per i lavori pesanti: molte persone conoscono il dolore e la tensione all’avambraccio. Anche chi soffre del cosiddetto “gomito del tennista” beneficia di questo esercizio: posiziona l’avambraccio nella scanalatura del duo ball e muoviti su e giù con una leggera pressione.

Esercizio 4: vitello e tendine d’Achille

Esercizio 4: polpaccio e tendine d'Achille

Sostieni con una gamba e posiziona il polpaccio dell’altra gamba sul rotolo. Rotola lentamente su e giù.

Esercizio 5: Latissimus dorsi

Esercizio 5: latissimus dorsi

La tensione nel latissimus è spesso sottovalutata. Senti una leggera trazione quando allunghi le braccia verso l’alto? Quindi prova questo esercizio. Mettiti di lato e cammina su e giù con una leggera pressione.

Quanto e per quanto tempo?

Prenditi 2 minuti per ogni gruppo muscolare o per ogni muscolo e cerca di integrare gli esercizi nel tuo programma di allenamento.

✅ CONSEGUENZE ✅

Uno scorretto appoggio del piede o un appoggio asimmetrico, può provocare un sovraccarico del tallone con conseguenti traumi associati: • tallonite • borsite • artrosi al ginocchio e all’anca • lesioni del menisco • lesione cartilaginea • tendinite achillea • spina calcaneare • fascite plantare • metatarsalgia • calli • Neuroma di Morton • lombalgia • ernia • sciatica • cervicale • contratture muscolari • stiramenti e strappi muscolari • Inoltre causa un sovraccarico del 1 metatarso con possibile insorgenza di alluce valgo. L’appoggio del piede è responsabile della concentrazione del carico sul piatto tibiale, con conseguente pressione sul menisco, la cartilagine e la rotula. Sovraccaricando anche i legamenti crociati, i legamenti collaterali, la bendelletta ileo-tibiale e il gluteo. ✅Per maggiori informazioni su un consulto:

Studio Multidisciplinare Medical Fisiokine’

?Chiama subito Medical Fisiokine’ ?‍?Dott.ssa Lidia Esther Guzman ? 3478199841

Lo Sperone Calcaneare

È causato da un accumulo nel corpo umano di sali del calcio nella zona di infiammazione del tallone (entesopatia calcaneare).

Viene accompagnato da micro lacerazioni e dalla perdita di elasticità della fascia plantare (che può essere legata anche all’avanzare dell’età).

Sperone calcaneare: i sintomi

La calcificazione del tallone e lo sperone calcaneare si manifestano con un dolore pungente, molto fastidioso, proprio sotto il tallone: si tratta di tallodinia. Molto spesso il dolore è accompagnato da infiammazione, gonfiore e maggiore sensibilità nella parte anteriore del tallone. Il paziente con sperone calcaneare al piede avverte un dolore acuto come se stesse camminando sui chiodi.

Il dolore al tallone sparisce quasi totalmente a riposo e durante la notte, ma si ripresenta durante i primi passi al mattino, non appena si appoggia il calcagno, specialmente su una superficie dura.

Sperone calcaneare: le cause

La comparsa della spina calcaneare è dovuta soprattutto a:

  • Posture sbagliate;
  • Molte ore passate in piedi;
  • Uno schema motorio errato (la correlazione fra spina calcarea e sport, infatti, è molto stretta);
  • Scarpe non adeguate, come quelle antinfortunistiche;
  • Sovrappeso;
  • Piedi deformati (è stata studiata la correlazione tra piede piatto, che favorisce la tensione eccessiva della fascia plantare e l’aumento dei sintomi del dolore al tallone. Lo stesso è emerso anche analizzando i casi di piede cavo rigido);
  • Alcune malattie sistemiche, reumatologiche e il diabete, che sono in grado di alterare il metabolismo osseo e connettivo;
  • L’avanzare dell’età.

Esami diagnostici per lo sperone calcaneare e la fascite plantare

  • RX: evidenzia la presenza di infiammazione al tallone e dello sperone calcaneare;
  • Ecografia dei tessuti molli: chiarisce la presenza o meno di fascite plantare, una patologia che può simulare la presenza di sperone calcaneare;
  • Esame palpatorioviene eseguito da un fisioterapista per cercare eventuali segni clinici e sintomi connessi all’infiammazione.

Sperone calcaneare: trattamento conservativo

Dopo la comparsa dei primi sintomi, è molto importante rivolgersi a un esperto di talalgia, che sarà in grado di consigliare la cura più adeguata.

Fra i trattamenti conservativi più efficaci ci sono:

  • Riposo, applicazione di ghiaccio e di pomate sul tallone;
  • Onde d’urto, crioultrasuoni, tecarterapia e laser ad alta potenza;
  • Esercizi di stretching della fascia plantare e dei muscoli del polpaccio per la risoluzione della contrattura o della brevità achillea che pone sotto eccessiva e anomala tensione la zona dell’infiammazione al tallone;
  • Terapia manuale;
  • Massaggio della fascia plantare;
  • Rieducazione propriocettiva;
  • Rieducazione posturale;
  • Utilizzo di scarpe per la spina calcaneare, adeguate alla sporgenza ossea sul tallone: è importante che siano senza tacco alto e che non comprimano in maniera eccessiva la zona del calcagno infiammato – cosa che altrimenti aumenterebbe la sintomatologia;
  • Supporto ortopedico nella scarpa, sotto il tallone.

Inoltre, gli esperti specializzati in come curare lo sperone calcaneare consigliano di evitare le lunghe passeggiate, di cercare di non stare troppo a lungo in piedi e di sospendere l’attività fisica di alto impatto che sollecita il piede in maniera eccessiva (per esempio la corsa e il calcio).

Per info e prenotazioni:

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Dott.ssa Lidia Esther Guzman

Email: info.medicalfisiokine.com Tel. 3478199841

Corretto appoggio del piede

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✅ CONSEGUENZE ✅ Uno scorretto appoggio del piede o un appoggio asimmetrico, può provocare un sovraccarico del tallone con conseguenti traumi associati: • tallonite • borsite • artrosi al ginocchio e all’anca • lesioni del menisco • lesione cartilaginea • tendinite achillea • spina calcaneare • fascite plantare • metatarsalgia • calli • Neuroma di Morton • lombalgia • ernia • sciatica • cervicale • contratture muscolari • stiramenti e strappi muscolari • Inoltre causa un sovraccarico del 1 metatarso con possibile insorgenza di alluce valgo. L’appoggio del piede è responsabile della concentrazione del carico sul piatto tibiale, con conseguente pressione sul menisco, la cartilagine e la rotula. Sovraccaricando anche i legamenti crociati, i legamenti collaterali, la bendelletta ileo-tibiale e il gluteo. ✅Per maggiori informazioni su un consulto:

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L’attività fisica

Sai qual è la giusta postura da tenere quando corri?

Una postura scorretta durante la corsa comporta spiacevoli conseguenze; in questo articolo ti spiego quali sono le abitudini sbagliate più diffuse nell’assunzione della postura, come correre correttamente e cosa fare prima e dopo la corsa.

Le abitudini sbagliate che provocano dolori muscolari, articolari e ai tendini

Ecco le abitudini sbagliate più comuni che provocano dolori muscolariarticolari e ai tendini.

  1. Stare troppo tempo seduti nella stessa posizione davanti il computer o la TV (la più diffusa e scorretta è la posizione a “C”);
  2. Tenere la testa piegata in giù troppo a lungo mentre si usa il cellulare;
  3. Assumere una postura sbagliata sul divano o la poltrona per un tempo prolungato;
  4. Farsi carico di zaini o borse eccessivamente pesanti;
  5. Indossare scarpe scomode o che alterano la postura, come i tacchi;
  6. Rimanere fermi per più tempo scaricando il peso soltanto su una gamba;
  7. Reclinare il capo in avanti per troppo tempo, sovraccaricando così i dischi intervertebrali e i muscoli del collo;
  8. Piegarsi con le gambe dritte, utilizzando durante il movimento soltanto la forza della schiena;
  9. Dormire su cuscini non adatti oppure in posizione prona (con la pancia in giù);
  10.  Non svolgere attività fisica oppure praticarla in maniera scorretta;
  11. Tenere le spalle troppo chiuse e la schiena piegata in avanti (con la “gobba” per intenderci);
  12. Stare in piedi con eccesiva antiversione del bacino (causata da retrazione del muscolo ileo psoas).

L’importanza del riscaldamento prima della corsa

Durante la corsa il nostro corpo deve assumere una postura corretta, altrimenti rischiamo di accumulare tensioni e incorrere in microtraumi e lesioni muscolari e dei tendini, peggiorando così la condizione di articolazioni e cartilagine. Non a caso tanti sportivi soffrono di cervicalgie o lombalgie acute e molti hanno protrusioni, discopatie oppure ernie discali.

Prepara il tuo corpo prima della corsa con un riscaldamento idoneo: non devi mai correre con i muscoli freddi. Se corri al mattino oppure di sera, dopo lavoro, concedi al tuo corpo almeno 10 minuti per riequilibrare le fasce muscolari e correggere la postura.

Un buon riscaldamento aiuta a prevenire vari microtraumi e infortuni: una corsetta tranquilla per preparare il corpo agli sforzi non è sufficiente, ritengo molto importanti gli esercizi pre-corsa che hanno lo scopo di prevenire gli infortuni e consistono in riscaldamenti articolari e muscolari dal collo fino alle caviglie. Il tuo corpo ti ringrazierà e durante la corsa ti sentirai più rilassato e meno rigido.

Postura corretta durante la corsa: ecco a cosa fare attenzione

Assumere una postura corretta durante la corsa è di fondamentale importanza per evitare molti problemi.

Ogni singola parte del tuo corpo ricopre un ruolo ben preciso: ecco a cosa prestare attenzione.

  • Il capo durante la corsa guarda in avanti, verso l’orizzonte. Immagina un obiettivo che vuoi raggiungere e reimposta il tuo cervello in “modalità viaggio”;
  • Le spalle devono essere aperte, rilassate e abbassate. Se non riesci a stare dritto con le spalle e il torace aperti cerca di migliorare il movimento delle braccia: prova quindi a unire le scapole per qualche secondo e poi a rilassare la muscolatura;
  • Braccia: tra il braccio e l’avambraccio deve formarsi un angolo di 90°; il movimento tra il braccio e la gamba deve essere controlaterale. Le braccia aiutano a stabilizzare il tronco e risparmiare l’energia durante la corsa;
  • Il baricentro del nostro corpo – core – deve essere stabile e ben definito. Il bacino e la colonna vertebrale devono essere in asse. Bisogna sempre rinforzare i muscoli addominali, glutei e paravertebrali perché durante la corsa ti aiutano tenere una postura più dritta. Il bacino non deve mai essere inclinato troppo in avanti;
  • Il tronco si inclina leggermente in avanti. Il nostro corpo deve sforzarsi di mantenere una postura con la colonna vertebrale dritta, combattendo la forza di gravità e la spinta anteriore che ci porta in avanti;
  • La fase dell’appoggio del piede è il momento in cui si ammortizza il peso del corpo. Il piede si appoggia al suolo con la parte laterale della pianta, per poi scaricare tutto il peso del corpo su tutto l’arto inferiore. In questa fase i muscoli si contraggono e si caricano di energia elastica. Diversi studi confermano che circa il 70% dei podisti appoggia il piede sul tallone, solo il 30% lo appoggia sul mesopiede o avampiede. È fuori di dubbio, oltre che abbastanza ovvio, che l’appoggio del tallone in fase di corsa sia più traumatico per le articolazioni rispetto all’impatto col terreno di tutto il piede. E questo vale tanto per i runner amatori quando per gli atleti professionisti.
  • Anche le dita del piede sono importanti: mantieni sempre l’alluce dritto per dare maggiore stabilità e potenza nella fase di stacco e consenti alle dita di rilassarsi ed allargarsi naturalmente. Se tendi a una pronazione eccessiva, controlla con più attenzione il lavoro del piede.

Cosa fare dopo la corsa: lo stretching

Prenditi sempre qualche minuto di tempo per fare stretching dopo la corsa. Lo stretching passivo serve per allungare i muscoli contratti e affaticati e a prevenire gli infortuni. I principali muscoli sui quali ti conviene lavorare in questa fase sono: i muscoli quadricipiti e bicipiti femorali, muscoli della schiena, muscoli delle braccia e spalle, muscoli dei polpacci, muscoli del collo e un muscolo molto importante, l’ileo psoas. Stai attento a non superare i 40 secondi per singolo allungamento in modo da non farti male.

Cura tantissimo la catena muscolare posteriore (C.M.P.) – la più importante catena durante la corsa che stabilizza il bacino e la zona lombare. Fai attenzione a mantenerla sempre forte ed elastica. I muscoli ischio crurali, dei glutei e i tricipiti surali ti danno la forza per spingere in avanti. Purtroppo troppo spesso capita, tra i runner, che la C.M.P. sia troppo corta (specialmente quella lombare): in questo modo sono favorite le patologie discali come ernie o protrusioni.

È sempre consigliato sottoporsi a visite fisioterapiche, posturali, di riabilitazione sportiva e massaggi terapeutici/sportivi.

Dott.ssa Lidia Esther Guzman

Specialista in Posturologia Clinica

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