5 Mag, 2021 |
Fisiokinesiterapia cos’è?
La fisiokinesiterapia (FKT) è la pratica fisioterapica che si occupa della riabilitazione motoria del paziente.
Attraverso l’intervento manuale diretto di un professionista del settore e attraverso il movimento permette di curare, acquisire e recuperare la funzionalità di arti, articolazioni e muscoli, venuta a mancare per eventi congeniti o acquisiti.
Qualunque paziente abbia bisogno di un trattamento di questo tipo ha un solo desiderio,tornare alla stessa qualità di vita che aveva primadi un evento traumatico e la FKT è spesso la risposta migliore per realizzare questo bisogno. Non esistono protocolli standardizzati basati sulla FKT, bensì esistono obiettivi.
“Kinesi” significa movimento, e proprio i meccanismi di questo movimento permettono la stimolazione del sistema nervoso e muscolare, mirando a raggiungere la riabilitazione della parte interessata per ripristinare la forza e l’elasticità articolare e muscolare.
Ogni parte del nostro corpo lavora in sincrono e in armonia, ma quando si altera l’equilibrio a causa di patologie o incidenti allora si verificano blocchi e dolore che non permettono più una funzionalità adeguata dell’organismo e portano al malessere psico-fisico.
Il lavoro del team al completo (coordinatore, fisioterapista, fisiatra) sarà indispensabile per comprenderequali possono essere gli obiettivi realizzabili in base ad un eventuale trauma, all’età e alla disponibilità di tempo del paziente.
Applicazioni e controindicazioni
La fisiokinesiterapia (FKT) può essere approcciata in tre modi:
- passiva, (solitamente applicata nella fase iniziale di un protocollo riabilitativo) sono esercizi e mobilizzazioni articolari effettuate da un fisioterapista senza il reclutamento muscolare del paziente;
- attiva, si avvale invece della sua partecipazione diretta;
- attiva assistita, fonde i due approcci permettendo al terapista di lavorare sinergicamente al paziente, quest’ultima, solitamente, viene eseguita quando non è presente una totale autonomia nei movimenti, ma per il pz è arrivato il momento di iniziare a muoversi da solo.
Le applicazioni sono molteplici, oltre ad intervenire sui disturbi muscolo scheletrici, praticamente qualunque evento traumatico può essere approcciato con la FKT, sia esso ortopedico, come una cervicalgia, una frattura o una lombalgia, piuttosto che neurologico, come gli esiti di un Ictus o una paralisi cerebrale.
La ftk viene utilizzata in caso di malattie, dolore acuto e cronico, traumi di varia natura come:
- fratture,
- lussazioni,
- distorsioni,
- coxalgie,
- tendiniti,
- cervicalgie,
- lombalgie,
- periartriti,
- colpi di frusta.
Migliora le funzionalità dell’apparato respiratorio, circolatorio e del metabolismo. È utile per le tensioni muscolari e come dimostrano alcuni studi, anche in gravidanza durante il periodo preparatorio al parto.
Nella FKTNON esistono controindicazioni, esistono solo esercizi adeguati e non adeguati.
Bisogna sempre prestare attenzione alle gravidanze, agli stati infettivi ed infiammatori acuti, all’evenuale presenza di sindromi tumorali, alle malattie degenerative del muscolo e anche a stati psicotici. Portare a termine un’anamnesi remota dettagliata di un pz, fare le domande giuste ed eseguire test standardizzati in fase di valutazione, ci permette a priori di sapere cosa possiamo e cosa non possiamo fare.
Gli esercizi di FKT hanno l’obiettivo di rafforzare la muscolatura.
La conseguenza diretta di un buon trattamento riabilitativo di rinforzo, è naturalmente la fatica. E’ molto importanteindividuare la corretta cadenza delle sedute fisioterapichein base all’età del pz, alla qualità della sua vita e alla confidenza con altre attività sportive. In massima parte in una settimana vengono suggerite due o tre sedute, tuttavia se il pz è molto giovane e/o deve recuperare un determinato gesto atletico perduto col trauma, è possibile effettuare anche una seduta al giorno.
Nella maggior parte delle patologie che coinvolgono la muscolatura incorriamo nelle contratture o squilibri muscolari.
Associare all’interno della seduta riabilitativa di FKT, esercizi di stretching e manipolazioni deconratturanti, accorcerà di gran lunga i tempi di raggiungimento del risultato. Far lavorare un pz con una catena muscolare bloccata è controproducente anche all’interno della seduta stessa, in quanto renderà difficile per lui l’esecuzione delle richieste, con il rischio di incappare in episodi depressivi.
Programmi e protocolli riabilitativi
Normalmente un ciclo di FKT varia in base a molti fattori, tuttavia la cosa importante da tenere a mente è consolidare il risultato. Troppo spesso un Pz ha fretta di concludere le sedute, sia per questioni di tempo, che economiche, tanto è vero che appena si sente meglio tende a voler chiudere la pianificazione riabilitativa prima del previsto. Ciò che un fiosioterapista deve far capire è che “star meglio” significa che il protocollo procede nella direzione giusta, non che è ora di terminare gli incontri, in quanto non si è ancora consolidato il risultato, in questo caso è altrettanto importante l’intervento del fisiatra di riferimento.
Non è sempre facile programmare un protocollo riabilitativo. Ogni paziente porta con se, oltre al trauma, anche tutto il bagaglio delle esperienze di una vita che influiscono sul problema principale, sul dolore e sull’atteggiamento verso la riabilitazione stessa.
Un Paziente svogliato o depresso eseguirà la FKT in maniera meno efficace rispetto alla richiesta, e più difficilmente si renderà conto dei progressi raggiunti, quindi il compito più importante del fisioterapista non è spiegare un esercizio, ma spronare il pz indolente affinchè possa trarre massimo vantaggio dal trattamento.
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